di Gruppo Speleologico Arhceologico Livornese
Grazie ad una lungimirante idea di Stefano Nicolini, Mario Nottoli, Adriano Roncioni e Lucia Tronconi e al loro duro e caparbio lavoro per risistemare la baracca del Guaglio in Arnetola, è stato possibile mettere in piedi un lungo e direi a tratti anche affollato campo nella giornate che sono andate dal 8 al 17 agosto 2014. E grazie a questo prezioso punto di appoggio si sono potute svolgere le tante punte che si sono susseguite, a giorni alterni, sia alla Buca della Carriola T/LU 1844 (ormai divenuto un vero e proprio abisso) capeggiate da Stefano N. & company, che alla Buca dei Francesi T/LU 1048, portate avanti dal nostro gruppo grotte e dai fedelissimi Adriano R., Stefano N., Lucia T., alcuni altri compagni di avventura e la guest star Mario N.

8 agosto 2014, Lucia M., Gianni D., Gianna C., Marco M., Francesco L.
Si parte per l’Arnetola. Lucia e Gianni sono i primi a muoversi perché i più lontani dalla meta finale, Prata (GR) Vagli di Sopra (LU) sono circa 3,30 di viaggio; in agosto con il traffico si arriva anche a 4 ore.
Con Gianna e Marco, che partono da Livorno, ci si trova direttamente a Vagli, Francesco da Pistoia ci raggiungerà l’indomani mattina. Ad aspettarci alla baracca del Guaglio, come veri e proprio padroni di casa, Stefano, Adriano e Mario. Si radunano i viveri, i materiali da grotta, si spartiscono i posti letto, si prepara una buona pasta e si programma le uscite per il giorno dopo. Stefano andrà in Carriola, al fondo, con degli amici delle Marche che lo raggiungeranno in nottata, Adriano terminerà gli ultimi lavori essenziali per avere la corrente in baracca (Lucia T. lo raggiungerà in giornata). Noi andremo ai Francesi divisi in due squadre: Gianna e Marco alle risalite, io, Gianni e Francesco sulla via del meandro che scende.

La mattina, dopo tutti i preparativi di rito, si entra intorno alle 10,00. I Francesi per ora è una grotta che per percorrerla, sia in discesa che in risalita, ci si impiega lo stesso tempo. Come una famosa frase del Conte che ritorna spesso alle nostre menti: “questa grotta non è mai troppo comoda”! Arrivati alla sala del bivio (risalite a monte, meandro a valle) ci dividiamo. Dopo poco, ognuna delle due squadre si ritrova al punto lasciato in sospeso la volta precedente. Si lavora tante ore, ognuno con il suo compito da portare a termine, e ci si ritrova all’uscita della grotta verso mezzanotte e trenta a raccontarci come è andata: Marco e Gianna sono saliti ancora, sapremo poi dal rilievo effettuato, di 60 m. Gli ambienti (almeno qui) sono ampi, belli, nel marmo liscio (e bagnato) che tanto caratterizza l’Arnetola. Lucia, Gianni e Francesco si sono spostati con fatica, fra armo e disostruzione, ancora lungo il meandro iniziale (che sembra non aver mai fine) per ulteriori 100-150 m in pianta e una 40 di metri in discesa. Anche qui il vento e il bagnato e il freddo l’hanno fatta da padrone! Siamo stanchi ma contenti del risultato ottenuto: la grotta continua e tutto sommato si lascia fare.

Ora tocca ai “ragazzi giovani” che entreranno in grotta lunedì. Noi torniamo a casa domenica mattina, le ferie sono ancora lontane, si ritorna a lavoro.
PS: alla Carriola sono scesi ancora, baipassato il pozzo cieco che aveva messo un freno alle esplorazioni, la grotta riprende a tuffarsi in verticale.
11 agosto 2014, Emilio P., Luca T.
La grotta continua e va documentata! All’appello solo due persone per un’uscita di inizio settimana (sono tutti a lavoro). E allora Luca T. ed Emilio armati di bussola, clinometro e rotella metrica, partano dal sud della provincia livornese in direzione Valle d’Arnetola. All’arrivo nella baracca del Guaglio ad attenderli ci sono Stefano, Lucia T. e Adriano
I “bimbi giovani”, Luca e Emilio, foto di L. Tronconi.che stanno programmando alcuni lavoretti da fare all’esterno. Alle 11.00 entrano ai Francesi con l’obiettivo principale di continuare il rilievo. Dopo varie spezzate giungono al fondo, dove però alcuni speroni bloccano il passaggio. Qualche tentativo di allargare il passaggio, come i precedenti, sono vani e la prosecuzione può essere fatta solo con lo sguardo. Beh forse per Emilio, perché Luca T. con la sua fine silhouette va oltre, fermandosi solo dopo aver incontrato una serie di saltini che non gli consentono di proseguire in libera. Ottime notizie da portare all’esterno! Alle 22.00 infreddoliti e bagnati come pucini, sono fuori e alla baracca è pronta la calda cena preparata da Lucia T.
Dopo una notte passata sulle morbide reti di Mario i due “giovani” si mettano in marcia e tornano a casa.
14 agosto, Lucia M., Gianni D., Emilio P., Luca D.,
Si riparte. Il viaggio sarà ancora più lungo perché bisogna passare da Livorno al gruppo a raccogliere un po’ di materiale da portare in grotta. Da Grosseto siamo in tre, Lucia, Gianni e Luca D. che stoicamente vuole ritornare ad affrontare il “drago”. Emilio è già in zona

Apuane ci raggiungerà nella mattinata di ferragosto.
Alla baracca ci aspettano per cena oltre agli stoici Adriano e Mario, degli amici dal campo della Carcaraia che sono venuti a salutarci. Stefano e Lucia T. sono entrati in Carriola a fare il rilievo mancante della grotta fino ai nuovi pozzi scesi nel fine settimana precedente. Durante i giorni scorsi Adriano, Lucia T., Stefano e Mario sono rimasti al campo nonostante il brutto tempo di mercoledì e sono andati a bonificare l’ingresso della Buca dei Francesi che per le continue ed abbondanti piogge di quest’anno era diventato pericoloso nella parte iniziale, con dei blocchi instabili che andavano tolti. La mattina del venerdì c’è indecisione sul da farsi, il brutto tempo persiste. Dopo una veloce consultazione del meteo (santi smartphone)si arriva alla conclusione che bagnarsi per bagnarsi tanto vale entrare e rispettare il programma: uscita venerdì, sabato riposo, domenica di nuovo in grotta. Adriano e Antonio (da Lucca) si aggregano a noi e così riusciamo anche questa volta a dividerci in due squadre: una avanzata in esplorazione e una arretrata a bonificare alcuni passaggi lungo la via (è un’operazione doverosa visto che la grotta continua ma si fa troppo difficile e pericolosa percorrerla così).

Si entra verso mezzogiorno. Si uscirà la mattina del sabato intorno alle 5-5,30. Anche questa uscita ha un buon esito. Il meandro a valle continua imperterrito e ostinato nella sua direzione, sempre a tratti stretto e fetido e a tratti bello e invitante, bagnato, ventoso, freddo…ma continua (ancora un rilevante spostamento in pianta di circa 100 m per una 70ina di dislivello). Finito tutto il materiale a disposizione, la squadra avanzata abbandona la via su di uno sfondamento che necessita di corde. La risalita sarà lenta e faticosa ma la brigata è allegra e soddisfatta del “bottino” portato a casa. La squadra arretrata intanto ha reso l’uscita più comoda e ariosa!
PS: rilievo fatto alla Carriola, siamo a -600, ora non è più una Buca, ma un vero e proprio Abisso!
16- 17 agosto 2014

Il tempo non è clemente, il sole lascia troppo spesso spazio a rovesci improvvisi e fa un freddo incredibile…ma dov’è finita l’estate?
Ci raggiunge un sacco di gente: da Livorno arrivano Giampaolo Bianucci e Susanna (non entreranno in grotta ma ci faranno rivivere un sacco di avventure che hanno vissuto negli anni ottanta proprio qui in Arnetola quando era ancora “tutto da scendere”). Poi arrivano altri speleo da Pistoia e da Lucca (10 in tutto). Alcuni rientrano alla Carriola a fare dei lavori a meno trecento e dintorni: riarmi, cambi corde ecc. Altri vanno a rivedere nuovi buchi trovati sotto alla Carriola (che siano gli ingressi alti dei Francesi?). Noi ciondoliamo, dormiamo e mangiamo…La sera a cena tutti riuniti dentro alla baracca del Guaglio arriviamo ad essere in 22, un bel numero per festeggiare la fine del campo.
Domenica mattina si rientra in grotta solo noi del GSAL, uscita breve per continuare la bonifica di alcuni brutti tratti della grotta. Intanto fuori si sgombera, si rimette a posto e si riparte per casa.

Quando Lucia M., Gianni, Gianna (che nel frattempo ci aveva raggiunto sabato sera)Emilio e Luca D. escono di grotta sono andati quasi tutti via. È presto, bene così rientriamo ad un’ora decente anche noi che si deve raggiungere Grosseto. Ma la sfiga non va mai a riposare…all’ultimo viaggio con il nostro pandino 4×4 pronti per caricare i bagagli e andare via, PSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS…ruota tranciata da una pietra e gomma inesorabilmente a terra. E le macchine di ultima generazione, tutte automatizzate, centralizzate e super computerizzate non montano una miseranda ma utilissima ruota di scorta! Meno male che Adriano, Mirco, Silvio e Mario ci hanno soccorso, smontato la ruota, riportato a valle, ospitato per la notte, accompagnati a recuperare una ruota nuova fiammante il lunedì mattina, riraggiunto la nostra macchina in Arnetola e, finalmente, dopo 24 ore di ritardo

sulla tabella di marcia, pronti per ritornare a casa!
Alla prossima…perché l’avventura, a quanto pare, continua.